Il fenomeno del surriscaldamento delle acque si verifica in tante aree lagunari, in particolare lì dove la sabbia ha ricoperto quasi completamente alcune zone dove si pratica la molluschicoltura e si offre lavoro a centinaia di persone.
La questione ha valenza nazionale ed internazionale in quanto le produzioni venete di vongole veraci e mitili sono commercializzate in tutta Europa oltre che su tutto il territorio nazionale. Negli ultimi anni la Regione del Veneto è intervenuta celermente disponendo azioni straordinarie e tempestive; ora però è importante lavorare sulla programmazione per non vanificare le opere compiute e al contempo realizzarne di nuove e più efficaci.
La situazione è sicuramente di emergenza e come tale è necessario individuare la strada migliore per intervenire in modo incisivo. Non è possibile però immaginare che questo sia un accadimento irripetibile; il cambiamento del clima rende indispensabile pensare ad interventi strutturali capaci di azzerare il fenomeno dell’anossia in modo definitivo.
L’insabbiamento spesso è dovuto alla realizzazione di opere non opportunamente condivise. Tale fenomeno purtroppo, non solo non permette la navigabilità delle aree lagunari in oggetto, ma rende impraticabili le attività sportive e quelle professionali.
Si tratta quindi di una questione economico-ambientale che coinvolge il Ministero dell’Ambiente, quello dell’Agricoltura e della Pesca congiuntamente a quello dei Trasporti.
Per dare contezza alla dimensione che può assumere il fenomeno, si consideri che solo il Polesine rappresenta la prima provincia italiana nella produzione di molluschi vivi.
Italia Nostra ha lanciato questo allarme in altre Regioni Italiane chiedendo la riapertura e il dragaggio delle bocche di porto e la rimozione della sabbia nonché la bonifica dei canali chiusi in seguito agli interventi di riqualificazione di aree limitrofe.
Negli anni scorsi si è registrata un’importante moria la cui causa potrebbe essere riconducibile all’abbassamento della quantità di ossigeno nelle acque. Tale fenomeno è tristemente noto come “eutrofizzazione”.
La realizzazione di nuove scogliere ha alterato gli equilibri ambientali in tutta l’area della Laguna di Marinetta a causa del fenomeno dell’insabbiamento; pregiudicando lo scambio delle acque nella stagione secca.
In questo caso in Laguna di Marinetta, a seguito della realizzazione di 2 nuovi pennelli posti trasversalmente all’uscita a mare del Po di Levante, si sta riscontrando un innalzamento progressivo del fondale sabbioso che dalla parte ovest (dove insistono le prime concessioni rilasciate negli anni 90), cioè dalla parte dove un tempo la batimetria si aggirava dai 3,5 a 4,5 metri di profondità, ora siamo ai minimi storici e cioè a circa un metro con l’alta marea.
L’eccessivo surriscaldamento delle acque, se unito all’insabbiamento, non può che produrre la morte dei molluschi.
Milioni di euro di seme immessi nelle aree in concessione in attesa del periodo ottimale per la commercializzazione possono venire distrutti se non si provvederà per tempo a risolvere questo problema.